L’Ansa riporta la notizia della visita di Papa Francesco alla casa della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi.

“Io vi chiedo perdono per tutti quegli uomini che vi hanno fatto soffrire”. Sono le parole che Papa Francesco ha rivolto alle ragazze vittime della tratta e dello sfruttamento sessuale accolte dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, da lui visitate oggi a Roma. “Chiedo perdono per tutti quei cattolici e credenti che vi hanno sfruttato, abusato e violentato”, ha aggiunto il Pontefice – riferisce la Comunità – ammettendo che questo incontro gli servirà per “bastonare chi di dovere”. “Vivete con speranza e gioia il futuro che vi attende”.

“Se qualcuno ti dice che Cristo non è risorto, tu gli puoi dire che Cristo è risorto perché tu ne sei testimone”, ha detto Papa Francesco a Stefania, una delle ragazze che ha raccontato la sua testimonianza. Lei è arrivata dalla Romania quando aveva appena 18 anni, riferisce sempre la Comunità papa Giovanni XXIII. I suoi vicini di casa le avevano offerto un lavoro in Italia come babysitter così avrebbe potuto aiutare i suoi genitori economicamente. Erano molto poveri e a volte mancava anche il cibo. Una volta arrivata in Italia l’amara sorpresa. Le hanno dato un abitino succinto e la hanno obbligata a prostituirsi. Lei non voleva, per questo l’hanno picchiata e torturata per giorni prima di rimandarla in strada. Nonostante le sue condizioni fisiche fossero evidentemente disastrose c’è stato chi si è fermato per comperare del sesso. E’ stata salvata da don Aldo Buonaiuto e dai volontari della Comunità Papa Giovanni XXIII, che si sono presi cura di lei fino a farla rifiorire sia nel corpo che nello spirito.

Instancabile anche in questi giorni di metà agosto, papa Francesco ha voluto continuare oggi le sue iniziative giubilari dei Venerdì della Misericordia incontrando a sorpresa, alle 17.00, venti donne liberate dalla schiavitù del racket della prostituzione, in una struttura romana della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Sei di loro provengono dalla Romania, quattro dall’Albania, sette dalla Nigeria e le altre tre rispettivamente da Tunisia, Italia e Ucraina. L’età media delle ospiti è sui 30 anni. Tutte hanno subito gravi violenze fisiche e vivono protette. E’ stata una vera sorpresa per le venti ragazze che seguono il progetto di recupero della Comunità di don Benzi aprire la porta dell’appartamento privato, in un complesso condominiale nella periferia nord di Roma, in via di Pietralata, e che tutto oggi si aspettavano tranne che vedere il Papa. Francesco, che è giunto dal Vaticano accompagnato dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, si è intrattenuto per oltre un’ora con particolare affabilità, ascoltando le tristi esperienze delle ragazze e le ha incoraggiate a guardare avanti con fiducia.

Con loro, ad accogliere il Papa, c’erano il responsabile generale della Comunità, Giovanni Paolo Ramonda, l’assistente spirituale don Aldo Buonaiuto, due operatori di strada e la responsabile dell’appartamento. L’odierna visita di papa Bergoglio ha voluto essere un altro richiamo alle coscienze per combattere la tratta di esseri umani, che il Pontefice ha più volte definito come “un delitto contro l’umanità” e “una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo”. “In un momento di vacanza quando più forte si fa il senso del divertimento, spesso non curante delle regole, il segno di papa Francesco è stato quello di voler restituire piena dignità a queste ragazze che hanno subito forti violenze, soprusi, e intimidazioni dal racket della prostituzione”, sottolinea una nota sul sito del Giubileo della Misericordia. Con questo segno il Pontefice “ha voluto ribadire che la Misericordia non è una parola astratta ma un’azione concreta con la quale ci si impegna anche nel sociale per restituire dignità a persone sottoposte a nuove forme di schiavitù”.

Articolo pubblicato su Ansa.it.