Halloween non è una festa, bensì un revival-fenomeno delle zucche vuote, le quali dimenticano come la morte sia un atto di fede, non qualcosa da esorcizzare

Tra le pagine del Settimanale diocesano di Fabriano-Matelica dell’Azione, l’editoriale di don Aldo Buonaiuto sul tema di Halloween.
Cosa fa lo spirito del male per allontanarci dalla strada di Gesù? Papa Francesco ha spiegato che “la tentazione del demonio ha tre caratteristiche e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole”. Anzitutto “la tentazione incomincia lievemente ma cresce, sempre di più”. Poi “contagia un altro”: si “trasmette a un altro, cerca di essere comunitaria”. E “alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica”. Halloween si avvicina e ci sembra utile trasmettere alcune informazioni che ogni cristiano cattolico dovrebbe conoscere su questa festa pagana. Sulla base delle testimonianze di persone che si sono convertite e che praticavano il satanismo, sappiamo che Halloween è una delle feste più importanti per i culti demoniaci perché con essa inizia il nuovo anno satanico. La festa viene definita come una specie di “compleanno” del diavolo. Le sette sataniche offrono in “sacrificio” giovani e bambini facendoli cadere nelle più varie trappole del male. Ad Halloween, in generale i più piccoli, ma anche gli adulti, si travestono da zombie, streghe, diavoli e scheletri e nella tradizione più frivola bussano per le case chiedendo “dolcetto o scherzetto?”. Secondo il parvente giochetto, chi però si rifiuta di dare i dolci ai bambini verrà maledetto. In realtà, per noi cristiani Halloween non è una festa, bensì un revival-fenomeno delle zucche vuote, le quali dimenticano come la morte sia un atto di fede e non un qualcosa da esorcizzare. Agli strenui e accaniti difensori di questa ricorrenza, dobbiamo chiedere di riflettere se veramente si ha bisogno dell’esaltazione di mostri, volti dell’horror, maschere stregate, di questa spettacolarizzazione del male e della morte. Perché questo desiderio collettivo di mostrare tutto ciò? Non è sufficiente osservare ciò che avviene ogni giorno nella realtà della vita sociale? La vera festività dei cristiani, e di tutti coloro che credono nei valori della vita, della giustizia e della verità, è quella di Tutti i Santi. È la festa di persone eroiche nella fede e nell’amore al prossimo che possiamo esaltare per il loro riconoscimento civile e religioso. L’alternativa al fenomeno del macabro è proporre a giovani e ragazzi di realizzare e partecipare a feste veramente alternative, magari anche travestendosi nel proprio Santo o Santa preferiti e, lo stesso 31 ottobre, recarsi in oratorio, parrocchia, dove si organizzano momenti, Veglie e Sante Messe, o creare gruppi di preghiera e di adorazione eucaristica per le strade. Quella che viene considerata ingenuamente dalla maggior parte della gente una festicciola, dove mascherarsi da esseri maligni è reputato un divertimento, è invece una celebrazione in palese contrapposizione alla commemorazione dei defunti, quindi anche dei nostri cari che non sono più su questa Terra, e della ricorrenza religiosa di Ognissanti che si celebra il giorno seguente. Come iniziativa per contrastare questo tetro rituale potremmo, ad esempio, accendere sul davanzale della nostra finestra una candela benedetta illuminata, durante la notte dei defunti. Oppure andare a porgere un fiore nei camposanti pregando per le anime delle persone che ci hanno lasciato. Ricordiamo, infine, le parole scritte da don Oreste Benzi, negli ultimi giorni della sua vita terrena, come provocazione nei confronti degli educatori: “Vogliamo che i nostri figli festeggino il giorno di Ognissanti con i demoni, il mondo di satana e della morte, oppure con gioia e pace vivendo nella luce? Esortate i vostri figli dicendo loro: vuoi giocare e divertirti con i demoni e gli spiriti del male o invece scegli di gioire e far festa con i Santi che sono gli amici simpatici e meravigliosi di Gesù?”.