Fidel Castro, morto ieri all’età di 90 anni, è una delle figure più emblematiche del nostro tempo. Da una parte è stato un “non allineato” difensore dei poveri contro il dominio incontrastato dei Paesi ricchi, dall’altra un dittatore accusato di violare i diritti umani. Nato il 13 agosto del 1926 a Biran da una famiglia di proprietari terrieri, studia a L’Avana in una scuola gesuita. Dopo la laurea in legge si candida alle elezioni presidenziali, ma il suo progetto viene interrotto dal colpo di Stato di Fulgencio Batista. Il suo primo tentativo di rovesciare il regime – nel 1953 – fallisce: viene rinchiuso in carcere e poi esiliato. Torna a Cuba nel 1956 con una truppa composta da “Che” Guevara e altri volontari; dopo due anni di guerriglia il capo della “rivolucion” riesce ad entrare nella capitale caraibica e prendere il potere.

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Iniziano così, dal 1961, i lunghi anni dell’isolamento e dell’embargo durante i quali Cuba diventa anche teatro della guerra fredda tra Usa e Urss. Strettamente legato all’Unione Sovietica, Castro – che più volte dichiara di aver subito 600 attentati – resiste anche a un attacco militare, quello della “Baia dei Porci”, organizzato dalla Cia e da dissidenti cubani reclutati all’estero. Nel 1962 l’isola latino-americana è lo scenario di una crisi missilistica tra le due superpotenze che porta il globo sul baratro della terza guerra mondiale. Il percorso politico del “Comandante” – durato circa 60 anni – si conclude nel 2008 quando, ormai malato, delega le sue funzioni al fratello Raul. Diversi sono gli incontri tra i leader di Cuba e i rappresentanti della Chiesa – in particolare i Papi – a iniziare dal 1996. In quell’occasione il “lider maximo”, che è a Roma per un vertice sull’alimentazione della Fao, è ricevuto in Vaticano da Giovanni Paolo II. Castro, che esprime gratitudine per l’impegno profuso dalla Chiesa nel campo dell’educazione e dell’assistenza nell’isola, invita il Papa a Cuba.

Lo storico momento diventa realtà nel gennaio 1998: Karol Wojtyla si presenta come “pellegrino della verità e della speranza”. Nella cerimonia di benvenuto lancia un appello profetico: “Possa Cuba aprirsi con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e possa il mondo aprirsi a Cuba”. Fidel rimane affascinato dal Santo Padre: “Ho vissuto delle esperienze personali – confida – che mi permettono di apprezzare molti aspetti del suo pensiero”. Si apre un nuovo capitolo nelle relazioni fra la Chiesa e Cuba, la cui popolazione per il 60% è composta da battezzati. Infatti, da quel giorno i cattolici ottengono il riconoscimento del Natale come festa civile e vedono migliorare notevolmente le loro condizioni di vita. Il 2012 è l’anno dell’incontro a L’Avana di Benedetto XVI con Fidel e il nuovo presidente Raul. Joseph Ratzinger parla del valore inalienabile della dignità di ogni persona umana “che nessun potere ha il diritto di dimenticare o disprezzare”.

Le grandi sfide e cambiamenti, osserva il successore di Pietro, sono possibili solo seminando amore, riconciliazione e fraternità. Raul concede che, oltre al Natale, venga onorata come festività anche il venerdì santo. Fidel, alla fine della visita, ringrazia il Papa per due beatificazioni a lui molto care: madre Teresa di Calcutta e Giovanni Paolo II. Nel 2015 Papa Francesco incontra più volte i fratelli Castro: la prima a maggio in Vaticano con Raul, che tributa al Pontefice riconoscenza per lo strenuo lavoro nel riallacciare i rapporti con gli Stati Uniti; le successive a settembre durante la visita apostolica del Santo Padre a Cuba.

In una di queste il Papa prende la mano dell’ex-presidente, che si presenta con una tuta blu dell’Adidas, e gli dice: “Prima o poi regalamelo un Padre nostro!”. A Fidel va il merito di aver contributo a rendere la sua terra un “ponte” tra Occidente e Oriente. Ha fatto parte di un disegno che ha permesso la costruzione di qualche nuovo tassello per annunciare la “buona notizia della speranza di Dio”. Questa, come affermato da Giovanni Paolo II sempre a Cuba, non è un’ideologia o un sistema economico o politico nuovo, “bensì di un cammino di pace, giustizia e libertà autentiche”.

Articolo pubblicato sul quotidiano Corriere Adriatico.