(Riportato da AGI) – Roma, 30 ott. – “Devo parlare a nome di tutte le vittime della tratta che non hanno voce. Irridere una tragedia personale e sociale come il mercimonio coatto, anzi farne addirittura il tema per un gioco destinato ai bambini e’ un sacrilegio contro le ‘ostie viventi’, le ‘donne crocefisse’ alle quali Papa Francesco ha rivolto parole e gesti di forza e limpidezza evangelica, arrivando a chiedere perdono a nome dei cristiani che concorrono a questo vergognoso traffico di esseri umani innocenti”. Lo ha dichiarato don Aldo Buonaiuto dalle colonne di In Terris, il quotidiano digitale di cui e’ fondatore, facendo riferimento al gioco da tavola in cui vince il ‘pappone’ che monopolizza il mercato della prostituzione coatta.
“Mi scorrono davanti agli occhi – ha sottolineato – i volti terrorizzati e persino mutilati e sfregiati delle ragazze sfruttate e martirizzate che di notte soccorriamo nelle strade con la comunita’ Papa Giovanni XXIII. Se protesto e’ perche’ c’e’ chi non puo’ farlo”. Don Buonaiuto, sacerdote della comunita’ Papa Giovanni XXIII, da anni e’ impegnato nella lotta contro la tratta di esseri umani e la prostituzione e a In Terris ha raccontato gli incontri che ha avuto con tre giovani donne. Anna, morta di Hiv dopo aver ricevuto la benedizione di Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000, quando fu accompagnata sul sagrato di San Pietro da don Oreste Benzi, Blessing, ferita ad una mano dal suo ultimo cliente e Maria tolta dalla strada e in attesa di un bambino. (AGI)