Salvini accoglie 51 migranti del Niger: «Porte spalancate a chi scappa da guerra, chiuse a chi la porta qui da noi»
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Gli ultimi degli ultimi

Sulla pista anche don Aldo Buonaiuto, della comunità Papà Giovanni XXIII, che fu di don Benzi: «È una giornata che ridà speranza a tante persone, soprattutto vulnerabili, che così non vengono più spunti a gettarsi in mare rischiando la vita. Auspichiamo che tutta l’Europa possa prendere esempio». Il criterio di scelta lo sintetizza Don Aldo: «Sono gli ultimi degli ultimi: ci sono due disabili, 19 minori. Le donne sono state vittime di violenze e anche gli uomini sono stati torturati. Tutti avrebbero bisogno in quei paesi, ma partiamo da questi e speriamo che non ci siano polemiche sterili. Su queste persone così vulnerabili la politica non si può dividere»
«Andranno in piccole case famiglia»
«Andranno in piccole case famiglia. Così da poter trovare una reale integrazione. Occupazione per il capo famiglia e inserimento scolastico per i bambini» spiega Giovanni Paolo Ramonda, il presidente delle 500 Comunità Papa Giovanni XXIII in 43 Paesi. «Siamo anche in Libano, Siria, Colombia, Venezuela e in molti paesi ora sotto scacco. Ci auguriamo che questo corridoio sicuro, che è stato aperto anche da precedenti governi, diventi strutturale. Il salto di qualità è questo. Con il riconoscimento alla fonte di chi ha reale bisogno».