Sono più di 100 mila, le donne straniere costrette a prostituirsi nel nostro paese. Hanno tra i 15 e i 25 anni e sono soprattutto nigeriane e slave. Attratte dalla speranza di una vita migliore appena arrivano nel nostro paese, cadono nella rete della tratta sessuale e con la violenza sono costrette alla prostituzione. Nel migliore dei casi le vediamo su tante strade delle nostre periferie, nel peggiore, restano nascoste per anni, “a lavorare”, nel sottoscala di qualche nightclub.
“Sono le nuove schiave del mondo occidentale, non possiamo fare finta di non vedere. Perché sono un esercito di donne, crocifisse ogni giorno, anche dalla nostra indifferenza.”
IL SOGNO DI UNA VITA MIGLIORE, L’INIZIO DI UN CALVARIO
“Se vuoi ti porto in Italia, lì c’è lavoro, e con i soldi che guadagni potrai aiutare anche la tua famiglia.”
Sono attirate così, con questa frase, quasi uno slogan, che rappresenta per loro il sogno di una vita migliore e la possibilità sfuggire alle condizioni di miseria o indigenza in cui spesso vivono. A proporglielo può essere un cugino, un amico, a volte anche un fidanzato o una persona di fiducia che promette qualcosa di sicuro.
Un sogno che si infrange presto. Spesso, proprio durante il viaggio. Al più tardi, quando arrivano a destinazione. Qui, anche se lottano e urlano sono già in trappola. Lontane da casa, nessuno le difende. E sono picchiate e vendute. Non scappano perché spesso non conoscono la nostra lingua, e se provano ad allontanarsi ci saranno pesanti ritorsioni sulla loro famiglia.
Il loro calvario inizia così…
“Mi ha sempre addolorato la situazione di coloro che sono oggetto delle diverse forme di tratta di persone.
Vorrei che si ascoltasse il grido di Dio che chiede a tutti noi: «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4, 9)” (Papa Francesco)
“Nessuna donna nasce prostituta… c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare!” (Don Oreste Benzi)
Per maggiori informazioni visita donnecrocifisse.it.